mercoledì 14 marzo 2018

Partire




Una cosa che dice sempre mio papà, e tutte le volte che lo dice mi stupisco, è che se adesso scavassi un buco sotto i miei piedi e continuassi a scavare fino ad arrivare al centro della terra e proseguissi fino ad uscire dall'altra parte del mondo, mi ritroverei in Nuova Zelanda, che è un arcipelago di isole che hanno la stessa forma a stivale dell'Italia.
                   
     

La Nuova Zelanda è vicinissima all'Australia, due nazioni  esattamente dall'altra parte del mondo: per questo non mi stupisco se lì si trovano animali strani , luoghi strani e succedono cose strane.
Così quando ho letto la storia di Barnaby Brocket , non mi sono stupita affatto.
Questa storia ci porta in Australia, dove due genitori normali, Alistair ed Eleanor, che hanno una vita normale e sono molto fieri della loro normalità, danno alla luce un figlio, il terzo, che per ignoti motivi non obbedisce alla legge di gravità, ma levita.



La storia inizia così, come tutte le storie,  con due genitori, delle aspettative sui figli, dei figli che corrispondono alle aspettative e dei figli che invece farebbero qualsiasi cosa per rendere felici i propri genitori, ma non possono che essere diversi da come i genitori li vorrebbero, tanto da sentirsi, e talvolta essere davvero, persino indesiderati.
Non è che i genitori non vogliano bene a Barnaby o che Barnaby abbia un motivo particolare per deluderli.  Non è così. A volte la paura ci tiene ancorati coi piedi per terra e non riusciamo a lasciarci stupire dalle cose che non conosciamo. Allo stesso modo Alistair ed Eleanor non riescono proprio ad accettare di avere un figlio così diverso, non sanno come comportarsi, si sentono traditi nel loro desiderio profondo di normalità, nel loro intento di passare inosservati. Come si fa a passare inosservati con un figlio che ti svolazza accanto?
Particolare della copertina di Oliver Jeffers

Prima cercano di tenerlo per terra zavorrandolo, come si fa con le mongolfiere, con un pesantissimo zaino pieno di sabbia, ma lo zaino è pesante da indossare, e non basta a risolvere il problema.
Così ad un certo punto Barnaby vola via dall'Australia, vola in balia del vento e nel tentativo di tornare a casa  incontra tantissime persone strane in giro per il mondo, che lo aiutano, quasi tutti, che non lo aiutano, qualcuno, ma soprattutto a cui la stranezza di Barnaby non fa paura, tanto da fargli trovare la strada di casa. Famiglia è dove ci si sente a casa, dice qualcuno. Anche qui come per Olga di Carta, il punto di arrivo non è quello che ci si era immaginati alla partenza.

Voglio chiudere con una citazione di un libro che parla di San Francesco. Non sono ammattita, anche Francesco aveva avuto dei problemi in famiglia per colpa della sua stranezza.
In " Francesco e l'infinitamente piccolo" l'autore , Christian Bobin, ad un certo punto dice così:
C'è un tempo in cui i genitori nutrono il fanciullo, e c'è un tempo in cui gli impediscono di nutrirsi. Il fanciullo è il solo a poter distinguere fra questi due tempi, il solo a trarne la logica conclusione: partire.
Illustrazione di Oliver Jeffers

Perciò vi auguro un buon viaggio, se non in Australia, almeno tra le pagine di questo libro.
Trovate" Che cosa è successo a Barnaby Brocket" scritto da Jhon Boine  e illustrato da Oliver Jeffers, nello scaffale delle quinte e nell'armadio del passaparola.

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