lunedì 30 marzo 2020

La guerra dei sorrisi






Provate a immaginare cosa succederebbe se, invece di armi, bombe, missili e fucili, si usassero torte alla panna, cioccolatini e mazzi di fiori per affrontare i nemici. Non sarebbe un mondo migliore?

venerdì 27 marzo 2020

L'Acca in fuga


L’Acca in fuga (di Gianni Rodari)


La povera ACCA viene sempre derisa, nessuna la prende sul serio, nessuno la pronuncia... Ma è proprio così? E' veramente inutile? Proviamo a scoprire cosa succederebbe se l'ACCA, improvvisamente, scomparisse!

giovedì 26 marzo 2020

mercoledì 25 marzo 2020

La leggerezza perduta

C’era una volta, tanto tempo fa, un castello.
Un castello di quelli che c’erano una volta, per l’appunto.
Dentro al castello ci stava un borgo intero e a capo del borgo , e anche del castello, come si conviene, stava un re.
Ma a guardarlo bene, quello non era mica un castello come gli altri.


Questa storia è stata raccontata in classe ed è stato un grande successo! Se avete voglia di saperne di più potete leggerne il resoconto ...  La biblioteca va in classe 


martedì 24 marzo 2020

I colori delle emozioni

Oggi ringraziamo Cinzia Chiesa, mamma di Elia di 2A , che ci ha inviato questa bella storia da ascoltare e guardare in questi giorni un po' solitari.

"i colori delle emozioni" di Anna LLenas lo trovi nello scaffale delle prime

lunedì 23 marzo 2020

Brif Bruf Braf

Brif, Bruf, Braf
Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale per poter parlare tra loro senza far capire nulla agli altri.
- Brif, braf, - disse il primo.
- Braf, brof, - rispose il secondo. E scoppiarono a ridere.
Su un balcone del primo piano c'era un vecchio buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c'era una vecchia signora
né buona né cattiva.
- Come sono sciocchi quei bambini,- disse la signora.
Ma il buon signore non era d'accordo:- Io non trovo.
-Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto.
- E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: che bella giornata.Il secondo ha risposto: domani sarà ancora più bello.
La signora arricciò il naso ma stette zitta, perché i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua.
- Maraschi, barabaschi, pippirimoschi,-disse il primo.
- Bruf, rispose il secondo. E giù a ridere tutti e due.
- Non mi dirà che ha capito anche adesso,- esclamò indignata la vecchia signora.
- E invece ho capito tutto,- rispose sorridendo il vecchio signore.- Il primo ha detto: come siamo contenti di essere al mondo. E il secondo ha risposto: il mondo è bellissimo.
- Ma è poi bello davvero? - insistè la vecchia signora.
- Brif, bruf, braf, - rispose il vecchio signore.
da Favole al telefono di Gianni Rodari


































domenica 22 marzo 2020

Coronavirus (di Roberto Piumini)


Filastrocca sul Coronavirus di Roberto Piumini
 



La filastrocca è stata scritta da Roberto Piumini, su richiesta del complesso sanitario Humanitas San Pio X di Milano, per il suo 73° compleanno, lo scorso 14 marzo.

Letta da Dario, volontario dell'Ospedale De Marchi di Milano.
BUON ASCOLTO! 



sabato 21 marzo 2020

I dubbi della sera (ovvero come andare a letto un po' più tardi)


I DUBBI DELLA SERA (ovvero come andare a letto un po’ più tardi)



Una filastrocca tenera, ricca di immagini e sensazioni, che ci accompagna verso la notte con un ritmo carezzevole. Da sentire, leggere, e... sognare!

venerdì 20 marzo 2020

Cappuccetto Rosso


Un'altra bella storia tutta da ascoltare scelta per noi da Alessandro di 4 B con le sorelline Caterina e Margherita. Buon divertimento

giovedì 19 marzo 2020

mercoledì 18 marzo 2020

Il capretto e il lupo che suonava il flauto

Un'altra storia scelta e letta da Arianna. Buon divertimento.


Il capretto e il lupo che suonava il flauto


Un Capretto, rimasto isolato dal gregge, era inseguito da un Lupo affamato che lo voleva divorare.
Il malcapitato Capretto si accorse di non avere scampo e pensò di giocare d'astuzia.
" Mio caro lupo" disse il Capretto "indubbiamente io sono destinato a te, fammi però un ultimo favore! Io amo moltissimo la danza, e prima di morire, vorrei tanto danzare per l'ultima volta, qui nel bosco. Dopo potrai divorarmi e io sarò pronto a morire felice. Suona dunque il flauto, io danzerò..." .
Il lupo pensò che fosse un innocente desiderio e, preso il flauto, cominciò a suonare.
La musica si sparse nel bosco e i Cani la udirono.  Balzarono addosso al Lupo che, intento a suonare non li aveva uditi, e lo fecero fuggire.
E in questo modo l'astuto capretto ebbe salva la vita.
Il lupo che ancora scappava si diceva: Ben mi sta! Io che sono cacciatore mi sono improvvisato musicista e così ho perso il pranzo che mi ero guadagnato!"

dalle Favole di Esopo

martedì 17 marzo 2020

Pizzicamì, Pizzicamè e la strega.

La storia di oggi ce la regala Chiara di 3D della scuola Rinascita. Grazie!


Pizzicamì, Pizzicamè e la strega.

C’era una volta una strega terribile che passava il suo tempo a mangiare i bambini.
Li faceva bollire in un enorme pentolone con dentro un po’ di timo, due foglie d’alloro, qualche cipollina, un cucchiaio di vin bianco, un rosso d’uovo, un cucchiaio di aceto, un bicchiere di panna liquida e un pizzico di cannella.
Una volta all'anno veniva davanti a scuola con il suo cesto della spesa e se ne portava via quattro, cinque, dodici o ventitré, a seconda della stagione. Perché ci sono periodi in cui i bambini sono sempre ammalati, hanno la varicella, gli orecchioni, la scarlattina, la rosolia, il naso che gli cola o la gola che pizzica: in quei periodi la strega non veniva, perché non voleva prendersi i microbi né imbottirsi di medicine.
-          Io cucino solo prodotti freschi, - era solita dire – e senza additivi chimici.
Ma quando veniva la bella stagione ed erano tutti in forma, oplà, arrivava con il suo cesto e faceva raccolta di maschietti e femminucce, che poi rosolava con un po’ di pancetta, o faceva al forno, o cucinava al vapore. Eh già, era davvero una grande cuoca!
Siccome abitava lontano lontano, oltre i monti e le valli, al di là dei fiumi e dei boschi, era impossibile raggiungerla e i poveri genitori si strappavano i capelli per la disperazione.
Finché un bel giorno i genitori decisero di non mandare più a scuola i bambini, a causa della strega. E siccome non andavano più a scuola, i bambini non imparavano più niente e diventarono dei veri asini ignoranti.
E invece di sapere a memoria le belle poesie, le tabelline e le regole della grammatica, dicevano solo sconcezze e parolacce, cantavano canzonette idiote e tiravano fuori spiritosaggini senza senso. Per i genitori era un vero inferno. 
C’erano due bambini, fratello e sorella, particolarmente insopportabili: si chiamavano Pizzicamì e Pizzicamè. Non c’era cretinata in cui non fossero abilissimi, tanto per dare una idea passavano tutto il tempo a dire cose del tipo:
-          Come possono stare quattro elefanti in un’automobile?
-          Due davanti e due dietro.
-          Come si chiama il campione cinese di corsa ad ostacoli?
-          Cin-ciam-pai
E giù a ridere …
E avanti così dalla mattina alla sera: i loro genitori avevano la testa come un pallone.
Alla fine, dopo un anno, un mese e un giorno, decisero di rimandare a scuola i due marmocchi.
“E tanto meglio se la strega se li piglia, - pesavano- almeno staremo in pace”.
Pizzicamì e Pizzicamè si diedero una bella ripulita, indossarono dei vestiti nuovi, presero le cartelle nuove – che avevano riempito di scherzi e giochini – e andarono a scuola.
Figurarsi! La strega era in agguato da giorni, settimane, mesi davanti a scuola: appena li vide li caricò sulla scopa meccanica e via, oltre i tetti delle case.
Comodamente seduti nel cesto, Pizzicamì e Pizzicamè sparavano le loro solite scemenze:
Tranquilla, Camilla.
Vincenzo ti penzo.
Chiara è in para.
Loretta lo aspetta.
Mario sul binario.
Teresa l’hai presa e te la tieni.
La strega li ascoltava distrattamente, perché fantasticava di nuove ricette e di nuovi piatti da inventare. Ad esempio pensava:
“Aggiungete un po’ di salsa e il formaggio a dadini. Poi mescolate a fuoco vivace.”
Oppure:
“Accendete il forno e intanto fate bollire le patate, mentre pelate le melanzane”.
Ma a forza di sentirsi nelle orecchie le stupidate di quegli altri due, cominciò a fare un po’ di confusione; e pensava a ricette di questo tipo:
“Mettete nel forno caldo Rinaldo per circa mezz'ora Fedora; aggiungete un po’ di noce moscata Renata e servite con succo di pompelmo Guglielmo”.
A quel punto i due cominciarono il loro gioco preferito:
-Pizzicamì e Pizzicamè son seduti dentro al cesto, Pizzicamì finisce di sotto: chi rimane dentro al cesto?
-Pizzicamè, - rispose la strega distrattamente.
Immediatamente i due manigoldi la pizzicarono con tanta forza che le venne la mano tutta blu.
-Ahiiaaaaa! Cosa vi prende?
- Sei stata tu a dire: Pizzicamè!
-Davvero? – disse la strega – Ma che strano.
E tornò a pensare alle sue ricette, alla pasta da far lievitare, ai polli da farcire, alle olive da snocciolare, alle verdure da stufare, alla frutta da caramellare. Eh già, era davvero una grande cuoca.
Ma nel frattempo Pizzicamì e Pizzicamè avevano continuato il loro gioco.

-          Pungimì e Pungimè sono seduti sulla barca.
Pungimì cade nella acqua: Chi rimane nella barca?
-Pungimè, - rispose distrattamente la strega.
Immediatamente i due farabutti la accontentarono.
Ma adesso toccava a Picchiamì e PIcchiamè;
-          Picchiamì finisce di sotto. Chi rimane dentro al cesto?
-          Picchiamè, - rispose la strega, e fu picchiata.
Poi venne Mordimì e Mordimè, e la strega fu morsicata.
Frustamì e Frustamè, e la strega si prese un bel po' di frustate sul sedere.
E Tiramì e Tiramè, e Graffiamì e Graffiamè, e così via.
La strega era furibonda e gridava che appena arrivavano a casa gliel’avrebbe fatta pagare.
Ma Pizzicamì e Pizzicamè non pagarono proprio niente, perché … la strega non arrivò mai a casa!
Mentre volavano con la scopa sopra il fiume, Pizzicamì e Pizzicamè cominciarono a giocare a Spingimì e Spingimè: e appena la strega rispose “Spingimè” – furba anche lei però – la spinsero giù con molto piacere.
La strega precipitò come un sasso, e andò ad annegarsi nelle acque nere e profonde.
Naturalmente appena si seppe che la strega era morta, tutti i bambini tornarono a scuola senza problemi.
Ma siccome durante la lunga assenza avevano preso delle cattive abitudini, con quelle loro canzonette e filastrocche demenziali, non si sa se le maestre rimasero proprio contente contente.
di H. Bichonnier, Pef
tratto da "Storie per ridere" Einaudi ragazzi

lunedì 16 marzo 2020

il piccolo Bruco Maisazio

La storia di oggi è stata scelta e letta da Rebecca di 2 E della scuola di via Bergognone.
Ha scelto e letto  per noi la storia di Eric Carle Il Piccolo Bruco Maisazio.




venerdì 13 marzo 2020

Il paese con l'esse davanti

La storia di oggi è stata scelta, letta e illustrata da Arianna di 3A.


 

Il paese con l'esse davanti 
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.

- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino per tutta risposta, cavò dalla tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano.
- Vede questo?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno " stemperino", cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrescere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. E poi?
- Poi abbiamo lo "staccapanni".
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci.Col nostro "staccapanni" è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla:passa dallo staccapanni e la stacca.
C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi?
- Poi abbiamo la macchina "sfotografica" che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo " scannone"
- Brr, che paura.
- Tutt'altro. Lo "scannone" è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra.
E come funziona?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo  scannone e la guerra è subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.
( Gianni Rodari, Favole al telefono)

giovedì 12 marzo 2020

Giovanni senza paura

Quella di oggi è una storia tratta dalle Fiabe Italiane raccolte da Italo Calvino, scelta , letta e illustrata per voi da Valeria di 2B della scuola Rinascita.

Giovannin Senza paura


 

C'era una volta un ragazzetto chiamato Giovannin senza paura, perché non aveva paura di niente. Girava per il mondo e capitò a una locanda a chiedere alloggio.
Qui posto non ce n'è,- disse il padrone,- ma se non hai paura ti mando in un palazzo.
- Perché dovrei avere paura?
- Perché ci si sente, e nessuno ne è potuto uscire altro che morto. La mattina ci va la Compagnia con l bara a prenderei ha avuto il coraggio di passarci la notte.
Figuratevi Giovannino! Si portò un lume, una bottiglia e una salsiccia, e andò.
A mezzanotte mangiava seduto a tavola, quando dalla cappa del camino sentì una voce: - Butto?
E Giovannino rispose: - E butta!
Dal camino cascò giù una gamba d'uomo. Giovannino bevve un bicchiere di vino.
Poi la voce disse ancora: - Butto?
E Giovannino: - E butta! - e venne giù un'altra gamba. Giovannino addentò la salsiccia.
Butto?
E butta!- e viene giù un braccio. Giovannino si  mise a fischiettare.
- Butto?
- E butta! - un'altro braccio.
Butto?
- Butta!
E cascò un busto che si riappiccico alle gambe e alle braccia, e restò un uomo in piedi senza testa
- Butto?
-Butta!
Cascò la testa e saltò in cima al busto. Era un ormone gigantesco, e Giovannino alzò il bicchiere e disse: - Alla salute!
L'omone disse: - Prendi il lume e vieni.
Giovannino prese il lume ma non si mosse.
- Passa avanti! - disse Giovannino.
- Tu! - disse l'uomo
- Tu! - disse Giovannino.
Allora l'uomo passò lui una stanza dopo l'altra traversò il palazzo, con Giovannino dietro che faceva lume. In un sottoscala c'era una porcini.
- Apri! - disse l'uomo
E Giovannino: - Apri tu!
E l'uomo aperse con una spallata. C'era una scaletta a chiocciola.
- Scendi, - disse l'uomo
- Scendi prima tu, - disse Giovannino.
Scesero in un sotterraneo, e l'uomo indicò una lastra in terra. -Alzala!
-Alzala tu! - disse Giovannino, e l'uomo la sollevò come fosse stata una pietanza.
Sotto c'erano tre marmitte d'oro. - Portale su! - disse l'uomo.
- Portale su tu! - disse Giovannino. E l'uomo se le portò su una per volta.
Quando furono di nuovo nella sala del camino, l'uomo disse: - Giovannino, l'incanto è rotto! - Gli si staccò una gamba e scalciò via, su per il camino. - Di queste marmitte una è per te,- e gli si staccò un braccio e s'arrampicò su per il camino.- Un'altra è per la  compagnia che ti verrà a prendere credendoti morto, - e gli si staccò anche l'altro braccio e inseguì il primo. -La terza è per il primo povero che passa, - gli si staccò l'altra gamba e rimase seduto per terra.
 - Il palazzo tienitelo pure tu, - e gli si stacco il busto e rimase solo la testa posata in terra. - Perché dei padroni di questo castello si è persa ormai la stirpe, - e la testa si sollevò e salì per la cappa del camino.
Appena schiarì il cielo, si sentì un canto: Miserere mei, miserere mei, ed era la Compagnia  con la bara che veniva a prendere Giovannino morto. E lo vedono alla finestra che fumava la pipa.

Giovannino senza paura con quelle monete d'oro fu ricco e abitò felice nel palazzo. Finché un giorno non gli successe che, voltandosi,vide la sua ombra e se ne spaventò tanto che morì.

mercoledì 11 marzo 2020

il pulcino cosmico

Ecco un'altra storia, scelta per voi e disegnata da Arianna di 3A.
Anche questa storia potete leggerla o anche solo ascoltarla.

 

Il pulcino cosmico

L'anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla, dall'uovo di cioccolata sapete cosa saltò fuori? Sorpresa: un pulcino cosmico, simile in tutto ai pulcini terrestri,ma con un berretto da capitano in testa e un'antenna della televisione sul berretto.
Il professore, la signora Luisa e i bambini fecero tutti insieme:Oh e dopo questo oh non trovarono più parole.
Il pulcino si guardava intorno con aria malcontenta
- Come siete indietro su questo pianeta,- osservò, -qui è appena Pasqua; da noi, su Marte ottavo, è già mercoledì.
- Di questo mese? - domandò il professor Tibolla.
- Ci mancherebbe! mercoledì del mese venturo. Macon gli anni siamo avanti di venticinque.
il pulcino cosmico fece quattro passi in su e in giù per sgranchirsi le gambe, e borbottava :- Che seccatura! che brutta seccatura.
- Cos'è che la preoccupa?- domandò la signora Luisa.
- Avete rotto l'uovo volante e io non potrò tornare su Marte ottavo.
- Ma noi l'uovo l'abbiamo comprato in pasticceria.

- Voi non sapete niente. Questo uovo, in realtà, è una nave spaziale travestita da uovo di Pasqua, e io sono il suo comandante, travestito da pulcino.
- E l'equipaggio?
- Sono io anche l'equipaggio . Ma ora sarò degradato. Mi faranno per lo meno colonnello.
- Be', colonnello è più che capitano.
- Da voi, perché avete i gradi alla rovescia.Da noi il grado più alto è cittadino semplice. Ma lasciamo perdere. La mia missione è fallita.
- Potremmo dirle che ci dispiace, ma non sappiamo di che missione si trattava.
- Ah, non lo so nemmeno io. Io dovevo soltanto aspettare in quella vetrina fin che il nostro agente segreto si fosse fatto vivo.
- Interessante, - disse il professore,-avete anche degli agenti segreti sulla terra.E se andassimo a raccontarlo alla polizia?
- Ma sì, andate in giro a parlare di un pulcino cosmico, e vi farete ridere dietro.
- Giusto anche questo. Allora, giacché siamo tra noi, ci dica qualcosa di più su quegli agenti segreti.
- Essi sono incaricati di individuare i terrestri che sbarcheranno su Marte ottavo tra venticinque anni.
- E' piuttosto buffo. Noi per adesso, non sappiamo nemmeno dove si trovi Marte ottavo.
- Lei dimentica, caro professore, che lassù siamo avanti col tempo di  venticinque anni. Per esempio sappiamo già che il capitano della dell'astronave terrestre che giungerà su Marte ottavo si chiamerà Gino.
- Toh, - disse il figlio maggiore del professor Tibolla, - proprio come me.
- Pura coincidenza, - sentenziò il cosmopulcino. Si chiamerà Gino e avrà trentatré anni.Dunque,in questo momento,sulla Terra, ha esattamente otto anni.
-Guarda,guarda- disse Gino- proprio la mia età.
-Non mi interrompere continuamente,-esclamò con severità il comandante dell'uovo spaziale.-Come stavo spiegandovi,noi dobbiamo trovare questo Gino e gli altri membri dell'equipaggio futuro, per sorvegliarli, senza che se ne accorgano, e per educarli come si deve.
-Cosa, cosa?- fece il professore.-Forse noi non li educhiamo bene i nostri bambini?
-Mica tanto. Primo, non li abituate all'idea che dovranno viaggiare tra le stelle; secondo, non insegnate loro che sono cittadini dell'universo; terzo, non insegnate loro che la parola nemico, fuori dalla Terra, non esiste; quarto...
-Scusi comandante,-lo interruppe la signora Luisa,-come si chiama di cognome quel vostro Gino?
-Prego vostro, non nostro. Si chiama Tibolla. Gino Tibolla.
-Ma sono io!- saltò su il figlio del professore. Urrà
-Urrà che cosa?- esclamò la signora Luisa.- Non crederai che tuo padre e io ti permetteremo...
Ma il pulcino cosmico era già volato in braccio a Gino.
-Urrà! Missione compiuta! Tra venticinque anni potrò tornare a casa anch'io.
- E l'uovo?- domandò con un sospiro la sorellina di Gino.
-Ma lo mangiamo subito, naturalmente.
E così fu fatto.
( Gianni Rodari - Favole al telefono)

martedì 10 marzo 2020

Le tre donne forti

C'era una volta un re, dicevamo, che era molto meglio non incontrare, e la gente doveva stare a casa. Così per passare il tempo iniziò a raccontarsi delle storie. 

lunedì 9 marzo 2020

C'era una volta un re

C'era una volta un re, un re vero, che diceva a tutti cosa fare e cosa no.

il folletto Bambilla



 Il folletto Bambilla vive a Milano,è nipote della strega Besana e svolazza tra le colonne della rotonda della Besana. Solo i bambini possono vederlo e giocano con lui tutti i giorni. Si può trasformare in qualsiasi persona, diventare trasparente e, soprattutto, fare magie!

lunedì 2 marzo 2020

Guarda com'è l'albero


Guarda com’è l’albero
Un libro per aiutare i bambini più piccoli a guardarsi intorno e a capire il mondo che li circonda. Come si chiama quel fiore? E quella pianta? A cosa serve il legno? Come nasce un frutto?