martedì 10 marzo 2020

Le tre donne forti

C'era una volta un re, dicevamo, che era molto meglio non incontrare, e la gente doveva stare a casa. Così per passare il tempo iniziò a raccontarsi delle storie. 

Ecco qui la seconda storia da leggere e da ascoltare, grazie al lavoro dei ragazzi della 1E di qualche anno fa della scuola Rinascita, e alla loro professoressa Simonetta Muzio.
Buon divertimento!


LE TRE DONNE FORTI


Secoli fa, viveva in Giappone un imperatore che ogni anno teneva un torneo di lotta al quale partecipavano i lottatori più forti e più feroci per vincere l’enorme sacco d’oro messo in palio. 
I lottatori erano uomini giganteschi che spesso, nel combattimento, si spezzavano le ossa. Alcuni venivano scagliati fuori dall’arena e morivano cadendo al suolo, altri venivano calpestati e soffocati. Più le lotte erano brutali e cruente, e più erano gradite all’imperatore. E ogni anno l’imperatore non vedeva l’ora che arrivasse il torneo, che durava una settimana. Alla fine del torneo, benché molti lottatori fossero morti o rimasti disgraziati per il resto della vita, 
l’imperatore era felice di incoronare il campione e il campione era felice di ricevere tanto oro da poter vivere tranquillamente per il resto dei suoi giorni. Il campione non pensava mai ai lottatori che aveva ucciso. 
L’enorme sacco d’oro del vincitore ( Diego)
Un anno Grande Orso, un lottatore di una piccola isola al largo delle coste giapponesi, decise di partecipare al torneo e partì. Aveva due mesi di tempo per allenarsi per il torneo e decise di trascorrerli in montagna. Entrò nel bosco e cominciò a salire; a un tratto vide una ragazza di nome Giglio Bianco che portava una grande anfora d’acqua sulla testa, reggendola con una mano. Poiché Grande Orso amava molto gli scherzi , pensò di avvicinarsi alla ragazza di soppiatto e di farle il solletico sotto il braccio, così da farle cadere l’anfora. Le si avvicinò quatto quatto allungò la mano e le fece il solletico.
Ma, con grande sorpresa, la ragazza abbassò il gomito e gli schiacciò la mano sotto il proprio braccio, sollevando l’altro per reggere l’anfora. Il suo gomito e il suo braccio erano come una morsa: Grande Orso non riusciva a liberarsi la mano dalla potente stretta e la ragazza continuava a camminare trascinandoselo dietro.

“Fermati!”, gridò Grande Orso, “non voglio farti alcun male!”
Ma la ragazza continuava a camminare su per la montagna, trascinandosi dietro Grande Orso che, per quanto si sforzasse, non riusciva a liberarsi.
“Ti avverto”, gridò, ”non voglio usare tutta la mia forza, perché potrei farti male sul serio!”
La ragazza continuava a camminare pacifica e Grande Orso a parlare e supplicare. Tirava e strattonava, ma la sua mano rimaneva intrappolata, con un certo dolore. 
“Era soltanto uno scherzo”, disse Grande Orso cercando di addolcirla. “davvero non ti volevo fare alcun male. Non sai stare allo scherzo!”
La ragazza continuava a camminare e Grande Orso a parlare e andarono avanti così finché raggiunsero la cima della montagna, dove la ragazza, finalmente, gli lasciò libera la mano.
“Giglio Bianco!”, chiamò una voce femminile proveniente dall’interno di una casetta, “sei tu?”
“Si, sono io, mamma e ho portato un ospite”
In quel momento uscì dalla casetta una donna che portava in testa una stufa e una vasca da bagno impilate una sopra l’altra. Grande Orso era senza parole e rimase a bocca aperta guardando la donna che appoggiava con delicatezza la stufa e la vasca da bagno per terra nel cortile. La donna salutò e disse “ Scusa sai, stiamo facendo un po’ di pulizie primaverili” e scomparve di nuovo nella casetta. All’improvviso Grande Orso sentì un’altra voce provenire dalla cime della collina: “Sei tu Giglio Bianco?”. “Si nonna, sono io e ho portato un ospite” . Con enorme stupore comparve in cima alla collina una donna anziana e minuta che portava in braccio una mucca. Mentre scendeva disse:” La povera piccola si è fatta male a una gamba, la voglio medicare nella capanna vicino a casa” . La nonna la salutò e, dirigendosi verso la capanna, passò davanti alla nipote e a Grande Orso.
“Ma che sta succedendo qui!?” chiese Grande Orso
“In che senso?” Replicò Giglio Bianco. 
“Voglio dire, come mai siete tutte così forti?”
la più delicata delle tre donne, la nonna ( Rachid)
“E’una caratteristica di famiglia” spiegò Giglio Bianco. “Vedi, noi amiamo quest’aria di montagna; ci rilassa e ci dà una grande forza”. “Va bene, ma dove sono gli uomini?”
“Morti. L’imperatore aveva bisogno di soldati e furono costretti a combattere per lui. Morirono , e da allora abbiamo vissuto da sole. Ma non abbiamo paura. Abbiamo imparato ad allenarci e siamo diventate forti. Abbiamo osservato gli animali e gli uccelli e questa notte ti faremo vedere cos’altro sappiamo fare”
Quella sera, quando il sole stava ormai tramontando, le tre donne iniziarono a danzare in una radura e Grande Orso rimase a guardarle. All’improvviso cominciarono a combattere e a lanciarsi in alto per aria . A volte si prendevano, a volte facevano doppi e tripli salti mortali. Una volta la nonna fece un salto lungo più di cinquanta metri, Giglio Bianco la prese al volo e la rimise delicatamente a terra. Un’altra volta la madre saltò avanti e indietro sopra la casa. La loro lotta era come una danza fantastica e Grande Orso non riusciva a credere ai suoi occhi.
La mattina dopo Grande Orso andò da Giglio Bianco e le chiese; “mi insegneresti a diventare forte?”. Lei lo guardò e Grande Orso la supplicò;
” Ti prego, voglio vincere il torneo dell’imperatore”
l'imperatore sanguinario ( Lupo)
“Va bene ma dovrai aiutarci nei campi. Comincerai a farti dare lezioni dalla nonna, che è la più delicata di noi e non ti farà male”
Per i due mesi successivi Grande Orso aiutò le donne alla fattoria e le osservò attentamente. Respirò l’aria pura e fece lunghe passeggiate nei boschi. E ogni notte imparava qualcosa di più della gentile arte della lotta e di come potesse usare la sua forza in modi straordinari e imprevedibili per difendersi senza nuocere all’avversario. La lotta divenne una danza di armonia. Si scoprì a desiderare di usare la sua forza in armonia come le donne. Quando per Grande Orso arrivò il momento di lasciare la montagna, il giovane era molto triste, malgrado avesse tanto desiderato vincere il torneo imperiale. Partì e quando giunse al palazzo fu immediatamente chiamato a combattere. 
Non appena mise piede nell’arena, la folla prese a deriderlo perché indossava soltanto dei semplici pantaloni scuri e non era grasso e feroce come gli altri lottatori. Ma quando iniziò il primo combattimento tutti si zittirono, perché Grande Orso era così veloce e agile che il combattimento si trasformava in una danza e gli altri lottatori arrivavano a desiderare di danzare in armonia con lui.
a casa di Giglio Bianco ( Elena)
A un certo punto Grande Orso afferrò l’altro lottatore, che pesava almeno cento chili e lo lanciò in alto nell’aria per poi riprenderlo delicatamente perché non si facesse male. La folla era incantata e l’altro lottatore sorrise, si inchinò e si ritirò dall’arena. E ogni volta che un lottatore entrava nell’arena per combattere con Grande Orso finiva per danzare, volare in alto e infine ritirarsi gentilmente. Alla fine Grande Orso fu dichiarato campione ma l’imperatore era furioso. Non sopportava le danze; voleva azione, lottatori agguerriti, ossa rotte e cadaveri. Voleva emozioni forti e forza bruta. 
Quando diede il sacco d’oro a Grande Orso gli disse, a voce bassa; “Non venire più al mio torneo, altrimenti ti farò uccidere”
Grande Orso prese l’oro e, prima di lasciare la corte imperiale, lo divise con gli altri lottatori. Tenne per sé quattro sole monete e partì per tornare alla montagna dalle tre donne. 
Si dice che quando la terra inizia a tremare e sulle montagne si sente un rombo non è per il temporale né per il terremoto, ma perché Grande Orso e le tre donne lottano facendo vibrare i monti. Stanno solo danzando e non c’è nulla da aver paura. 







2 commenti:

  1. Anonimo10 marzo

    Grazie infinite alle nostre bravissime bibliotecarie!
    Queste audio-storie sono un piccolo raggio di sole e un filo invisibile che unisce i bambini alla scuola, anche da casa!
    Maestra Angela

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    1. grazie! Raccogliamo i contributi di tanti! Scriveteci!!

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