I DUBBI DELLA SERA (ovvero come andare a letto un po’ più
tardi)
Una filastrocca tenera, ricca di immagini e sensazioni, che ci accompagna verso la notte con un ritmo carezzevole. Da sentire, leggere, e... sognare!
Prima di andare
a letto, quasi tutte le sere,
siccome ho
tanta sete, vado in cucina a bere.
Preparo la
cartella, mi soffio bene il naso,
controllo
anche il grembiule (non lascio niente al caso).
Poi vado
dritta in bagno e sciacquo mani e viso,
mi lavo bene
i denti e ammiro il mio sorriso.
Davanti al
grande specchio sistemo un po’ il pigiama.
La mamma,
che è già in camera, aspetta e poi mi chiama.
Fa finta di
arrabbiarsi e abbassa la serranda
e allora,
come al solito, le faccio una domanda:
“Quant’è
davvero, mamma, il bene che mi vuoi?
(magari
questo dubbio l’avete pure voi).
Lei alza un
po’ lo sguardo, come a cerca lontano,
e quindi mi
risponde tenendo la mia mano:
“Prova a
contare l’erba che danza in mezzo al prato,
le spighe
tutte gialle del grano già dorato,
i petali e
le foglie di questa primavera,
le stelle su
nel cielo appena viene sera,
le nuvole
d’inverno, le briciole di pane,
le pulci
fastidiose sul pelo di ogni cane,
le scatole
di scarpe lasciate su in soffitta,
tutte le tue
vittorie e ogni tua sconfitta.
Ora sommale
tutte insieme – che strana meraviglia –
Poi vado da
mio padre, che legge e si riposa,
e solo per
conferma chiedo la stessa cosa.
Lui finge di
stupirsi e poi ci pensa un poco
(ormai
conosce bene le regole del gioco…).
Mi stringe forte
al petto, mi abbraccia con dolcezza
e quindi mi
regala un bacio e una carezza:
“Conta tutte
le auto che corrono per strada,
la gente
nello stadio che applaude la mia squadra,
le gocce
della pioggia caduta a marzo e aprile,
la paglia e
le pannocchie raccolte nel fienile,
le storie da
narrare e quelle già finite,
le strade da
percorrere, comprese le salite,
i fiocchi
della neve, le onde in mezzo al mare,
le cose che
conosci e quelle da imparare.
Prova a sommarle
insieme, moltiplica per tre,
son meno
dell’amore che provo io per te”.
I DUBBI DELLA SERA (ovvero come andare a letto un po’ più
tardi)
(da “Il quaderno delle filastrocche”, Mario Pennacchio, ill.
Roberto Da Re Giustiniani, scritto in bella calligrafia e rifinito a mano da
Nicoletta Piol. Kellerman Editore, 2013.)
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