C‘era una volta il regno di Qua, e il regno di Là: in mezzo
ai due regni c’era un confine di paletti di legno a punta, così che non si
poteva passare. Gli abitanti del regno di Qua stavano da una parte del confine,
e quelli del regno di Là stavano dall’altra parte. - Qua è più bello! –
dicevano quelli del regno di Qua. - Là è più bello! – dicevano quelli del regno
di Là.
- Guai a voi se venite di qua! – dicevano quelli del regno
di Qua. - Guai a voi se venite di là! – dicevano quelli del regno di Là. Oltre
alle parole, ogni tanto, si tiravano zolle di terra, sassi, scarpe usate, ossa
rosicchiate: qualcuna di quelle cose passava, qualcuna restava impigliata sui
paletti a punta, a penzolare. Un giorno venne freddo: un freddo tale che si
ghiacciò non solo l’acqua dei fiumi, ma la saliva delle bocche, e persino le
parole.
La gente di Qua e la gente di Là, per scaldarsi, bruciò
tutta la legna, il carbone, e persino le scarpe vecchie: poi non ebbero più
niente da bruciare, e allora cominciarono a prendere i paletti di confine, e a
bruciare quelli, per scaldarsi un pochino. Quando occorrevano altri paletti,
andavano a prenderli al confine: e a forza di prenderli, non ce ne rimasero
più, e il confine non ci fu più:
così quelli di Qua andavano di Là e quelli di Là andavano di
Qua, senza accorgersene, e tutti cercavano di scaldarsi un po’, davanti e
dietro, e fare due chiacchiere, e a sperare che venisse la primavera. E
finalmente la primavera arrivò, e il freddo smise, e spuntò l’erba: tutti
cominciarono a ballare in girotondo, e non si chiamavano più Quelli di Qua e
Quelli di Là, ma Quelli di Quaelà, un regno nuovo e felice.
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