Un caso curioso: un cortometraggio, vincitore dell'Oscar nel 2012 ("I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore"), trasformato in libro illustrato dal suo stesso regista, conservando inalterata la poesia del linguaggio. Nel salutarvi l'ultimo giorno di scuola vi regaliamo questo capolavoro, con l'augurio che vi accompagni a lungo.
Morris Lessmore amava le parole.
Amava le storie
Amava i libri.
La sua vita era un libro che scriveva lui stesso, ogni giorno, una
pagina dopo l’altra. Lo apriva tutte le mattine per scrivere le sue gioie e i
suoi dolori, tutto ciò che sapeva e tutto ciò che sperava.
Ma ogni storia ha i suoi momenti drammatici. Un giorno il cielo si
oscurò, i venti soffiarono impetuosi e… tutte le sue certezze volarono via: perfino
le parole del suo libro.
Non aveva idea di che cosa fare o di dove andare. Così cominciò a
vagare. E vagare.
Poi, un giorno, una felice sorpresa arrivò sulla sua strada. Invece di
guardare in basso, come ormai era abituato a fare, Morris Lessmore alzò lo sguardo.
E fu così che accadde. Sopra di le sé vide una graziosa ragazza che volteggiava
appesa a un festoso gruppo di libri volanti.
Morris si chiese se il suo libro potesse volare. Ma non poteva. Cadde subito
a terra con un tonfo deprimente.
La donna in volo sapeva che a Morris serviva semplicemente una buona
storia, così lasciò cadere il suo libro preferito, un tipetto adorabile, che
invitò Morris a seguirlo. E lo condusse in un posto straordinario, dove molti
libri si erano fatti il nido.
Morris si avvicinò cauto all’edificio e una volta dentro si trovò nella
stanza più misteriosa e attraente che avesse mai visto. Frusciava dello
sventolio di innumerevoli pagine. Morris
sentiva il brusio tenue
di un migliaio di storie diverse, come se ogni libro sussurrasse un
invito all’avventura. Poi il suo nuovo amico volò verso di lui e gli atterrò
sul braccio. Teneva le pagine aperte,
in attesa di essere letto. La stanza brulicava di vita. E fu così tra
quei libri, che la nuova vita di Morris ebbe inizio.
Morris cercava di tenere i libri in ordine, ma loro si mescolavano di
continuo. Le tragedie, che avevano bisogno di tirarsi su il morale, andavano a
trovare le commedie. Le enciclopedie, stanche di fatti, si rilassavano con le
storie fantastiche. Tutto sommato era un miscuglio piacevole. Morris provava
grande soddisfazione nel prendersi cura dei libri: rilegava con delicatezza
quelli fragili e squadernati e dispiegava le orecchie agli angoli delle pagine.
A volte si perdeva dentro un libro senza quasi uscirne per giorni
interi.
Gli piaceva condividere i libri con gli altri. A volte i classici amati
da tutti, altre volte un piccolo volume solitario la cui storia era stata letta
di rado. “C’è una storia per ciascuno” diceva Morris. E tutti i libri erano
d’accordo con lui.
La sera, dopo che tutte le storie erano state lette e raccontate e
ciascun libro aveva ripreso il proprio posto sugli scaffali, il grosso
dizionario pronunciava l’ultima parola: ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
Era in quel momento che Morris Lessmore riprendeva in mano il suo
libro. Continuava a scriverci le sue gioie e i suoi dolori, tutto ciò che
sapeva e tutto ciò che sperava.
Passarono i giorni.
E così i mesi.
E così gli anni.
E gli anni…
… e Morris Lessmore si curvò e si raggrinzì. I libri invece non
cambiavano mai. Le loro storie restavano immutate. Ormai erano i suoi vecchi
amici a occuparsi di lui, così come lui aveva avuto cura di loro, e ogni
notte gli leggevano le loro storie.
Il giorno in cui riempì l’ultima pagina del suo libro, Morris alzò lo
sguardo e disse con un sospiro: “Credo che si giunto il momento di andarsene.” I
libri erano dispiaciuti, ma capirono. Morris si mise il cappello e prese il suo
bastone. Andò verso la porta, poi si voltò, sorrise e infine salutò. “Vi
porterò tutti qui dentro” disse,
e indicò il proprio cuore. I libri agitarono le pagine e Morris
Lessmore volò via. E mentre volava, ritornò giovane come in quel giorno lontano
in cui li aveva incontrati per la prima volta.
I libri rimasero in silenzio per un po’. Poi si accorsero che Morris
Lessmore aveva lasciato qualcosa dietro di sé. “E’ il suo libro!” disse l’amico
suo più caro. Dentro c’era la storia di Morris. Tutte le sue gioie e i suoi
dolori, tutto ciò che sapeva e tutto ciò che sperava.
Poi i libri udirono dei passi. Lì davanti a loro, sulla soglia, c’era
una bambina che si guardava intorno stupita.
E poi accadde una cosa incredibile. Il libro di Morris Lessmore volò
fino a lei e aprì le sue pagine. La bambina cominciò a leggere. E la nostra
storia finisce così come ha avuto inizio.
Con un libro che si apre.
William Joyce. Ill. William Joyce e Joe Bluhm. RCS Libri, 2014
che bella questa storia mi è piaciuta molto complimenti
RispondiEliminaMeravigliosa
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