giovedì 7 maggio 2020

Bianco e nero







Grazie zia Patrizia per averci letto questa bella storia!


Grazie ad Aurora e Gabriella per i bellissimi disegni!

Bianco e Nero
di Roberto Piumini


C’era una gallina bianca, contenta di essere bianca, che faceva bellissime uova bianche. Le covava contenta, comoda. Cocococò. Immaginate come rimase, cosa pensò, cosa disse, coccocò coccocò, quando una mattina guardò l’uovo appena fatto e vide che era nero.



"E questo cococococò cos’è? - strillava correndogli intorno - Ma cococococo come può essermi venuto un uovo così buoi?"
Piangeva, si sconsolava, e le altre galline le facevano: “Cococococò - di consolazione - Cococococò coraggio. Ma lei non si coccoco-consolava. Quando poi si mise a covare, non dico che quello non lo covasse, ma lo teneva un po' fuori,  un po' discosto, come per paura che sporcasse di nero le altre uova. 

“Chissà ccococo-cosa uscirà da questo uovo!?! – si lamentava la gallina - Chissà che uccellaccio, che corvaccio. E se sarà un pulcino come gli altri, sarà nero nero, tutto nero come la pece”. Però, seppur controvoglia, seppur di sbieco, lo covava perché era un uovo suo. Venne il giorno della schiusa. Le uova si agitavano sulla paglia e sulle piume come gigantesche gocce di latte. Si videro beccucci becchettare e gusci bianchi si ruppero in un punto. Poi fecero come una crepa, il buco si allargò e da ogni uovo uscì un pulcino: un bel batuffolo giallo. 


Ma l’uovo nero non si apriva, Anche lui si muoveva di qua e di là come tremando, ma non si vedeva nessuno becco, nessun buco. La chioccia lo guardava preoccupata. “E’ cococcoco–colpa mia - diceva  - E’ perché non l’ho cococo-covato come si deve. E adesso non ha la forza di aprirsi.” Mentre i pulcini gialli pigolavano intorno, chiamò le galline del pollaio e disse: “Coccoco-comari. Co-compagne, ho fatto una cococo-cosa sbagliata e voglio riparare. Per favore insegnate ai miei pulcini a raccogliere i vermetti e semi. Io devo cococo-covare il mio ultimo uovo. Le galline, senza commenti, cominciarono ad aiutare i pulcini a procurarsi il cibo, come fossero figli loro, mentre la chioccia covava l’uovo nero, delicata, morbida, attenta, senza nemmeno mangiare per non togliergli il calore.



E dopo tre giorni, l’uovo si schiuse. E uscì un pulcino. Non solo giallo, non solo rosso, non solo azzurro, un pulcino di ogni colore. Era così bello che nessuno ne aveva mai visto di simili. Un piccolo sole.  E quando fu grande, fu un gallo con una coda di tutti i colori, che andava da oriente a occidente proprio come l’arcobaleno.





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