venerdì 24 aprile 2020

Il pesciolino d'oro


Dalla tradizione russa, una fiaba che mette in guardia dal desiderare troppo. Forse, imparare ad accontentarsi aiuta a vivere meglio...





C’era una volta, un povero pescatore che abitava in una umile casa in riva al mare. Un mattino si recò come sempre, carico di reti, a pescare. “Guai a te se torni a mani vuote!” gli urlò la moglie brontolona dalla porta. Giunto sulla riva, aveva appena gettato le reti, quando vide luccicare qualcosa in mezzo alle fitte maglie.
“Che strano pesce!” si disse, prendendo in mano un pesciolino giallo. La sua sorpresa diventò ancora più grande nel sentirsi rivolgere da questi la parola: “Buon pescatore, lasciami andare! Sono il figlio del Re del Mare. Se mi libererai, esaudirò ogni tuo desiderio!”. Il pescatore spaventato dal prodigio, senza riflettere, gettò subito in acqua il pesciolino.
Ma quando tornò a casa e raccontò la strana storia alla moglie, fu rimproverato: “Ma come? Se ti ha detto che poteva esaudire ogni tuo desiderio, prima di liberarlo, dovevi chiedere qualcosa! Torna sulla riva e se lo trovi digli che ho bisogno di un mastello nuovo. Guarda il nostro com’è ridotto!”.
Il pover’uomo tornò al mare. Aveva appena chiamato il pesciolino quando: “Sono qui! Mi cercavi?” disse questi, spuntando con la testa fuori dall’acqua.
Il pescatore spiegò il desiderio della moglie e la risposta gentile non si fece attendere: “Sei stato buono con me! Torna a casa e troverai esaudito il tuo desiderio!”. Credendo di aver reso felice la moglie, il pescatore tornò di corsa a casa sua.
Ma, aperta la porta, la moglie lo investì: “Allora è vero che il pesciolino che hai liberato è magico! Guarda! Il mastello vecchio è diventato nuovo! Se però il potere del pesciolino è così grande, non dobbiamo accontentarci di vedere esaudito un così misero desiderio. Corri subito indietro e chiedi una grande casa nuova!”.


Fu così che il pescatore tornò di corsa sui suoi passi. “Chissà se lo troverò ancora! Speriamo che non sia andato via! Pesciolino! Pesciolino!” si mise a chiamare di nuovo dalla riva.
“Sono qui! Che cosa vuoi ancora?” si sentì rispondere.
“Sai, mia moglie vorrebbe…”
“Lo immaginavo” disse il pesciolino. “Cosa vuole adesso?”
“Una grande casa!” mormorò esitante il pescatore.
“Va bene! Sei stato buono con me e sarai esaudito!”
Questa volta il pescatore tornò a casa lentamente, pregustando la soddisfazione di aver reso felice la moglie con la nuova casa. Già intravedeva il tetto nuovo della bella casa, quando la moglie gli venne incontro come una furia: “Vedi! Adesso che sappiamo quanto è grande il potere del pesciolino, non dobbiamo accontentarci soltanto di una casa! Corri subito a chiedere un vero palazzo, non una casa come questa! E bei vestiti! E anche gioielli!”.
Il pescatore ci rimase male. Ma abituato da anni a subire le prepotenze della moglie, non seppe dire di no e tornò lentamente in riva al mare. Questa volta, dubbioso, si mise a chiamare il pesciolino, che tardò un po’ a saltar fuori dalle onde. Il mare intanto si era fatto più agitato di prima…
“Mi spiace importunarti ancora, ma mia moglie ci ha ripensato e vorrebbe un bel palazzo e poi… e poi…”
Anche questa volta il pesciolino accontentò il pescatore, ma sembrò meno gentile di prima. 


Finalmente, sollevato al pensiero di essere riuscito ad accontentare anche questa volta la moglie, il brav’uomo tornò a casa. Questa ormai si era trasformata in una dimora principesca.
Che meraviglia! Dall’alto di una gradinata che portava al palazzo, sua moglie vestita come una gran dama, carica di gioielli, lo aspettava impaziente.
“Torna indietro e chiedi…”
“Ma come? Un palazzo così bello!? Dovremmo accontentarci ormai di ciò che abbiamo! Non credi di esagerare…” osò interrompere questa volta il pescatore.
“Torna indietro, ti ho detto! Obbedisci! E chiedi di farmi Imperatrice!”.
Sconsolato, il povero pescatore tornò verso il mare, sul quale nel frattempo si era scatenata una tempesta. Il cielo era diventato nero e lampi terribili squarciavano il buio, mentre alte onde rabbiose si infrangevano sulla riva. Inginocchiato sulla roccia, in mezzo agli spruzzi, chiamò con un fil di voce e a lungo il pesciolino e quando comparve espose l’ultima richiesta della moglie.
Il pesciolino d’oro, questa volta, dopo aver ascoltato in silenzio, scomparve tra le onde senza rispondere. Il pescatore aspettò invano, ma il pesciolino non tornò più. Un lampo più forte degli altri illuminò il cielo e il pescatore si accorse che laggiù dove abitava non c’era più traccia della casa nuova, né del palazzo. La vecchia casupola era là dove era sempre stata.
Questa volta la moglie lo aspettava piangendo.
“Ben ti sta! Dovevamo accontentarci, non continuare a chiedere, a chiedere sempre di più!” borbottò arrabbiato il brav’uomo. Ma dentro di sé era felice che tutto fosse tornato come prima. Il giorno dopo e tutti i giorni che seguirono, continuò a pescare come sempre, ma non rivide più il pesciolino d’oro.


Il pesciolino d’oro – Fratelli Grimm
(da “Le più belle fiabe del mondo”, ill. Tony Wolf e Pietro Cattaneo. Dami Mondadori, 2005)

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