martedì 21 aprile 2020

Il cane che non sapeva abbaiare





Questa storia ce la regalano gli amici della scuola media Rinascita Livi. I bellissimi disegni sono di Marco e Gabriella. Grazie!!!!


 IL CANE CHE NON SAPEVA ABBAIARE

Gianni Rodari


C'era una volta un cane che non sapeva abbaiare. Non abbaiava, non miagolava, non muggiva, non nitriva, insomma, non sapeva fare nessun verso. Era un cagnetto piccolo, solitario. Gli altri lo prendevano sempre in giro e gli dicevano:  - Ma tu non abbai?
– Uhmmm .. no!
- Non lo sai che i cani abbaiano?
- Perché abbaiano?
- Abbaiano perché sono cani. Abbaiano ai vagabondi di passaggio, ai gatti dispettosi, alla luna piena. Abbaiano quando sono contenti, quando sono nervosi, quando sono arrabbiati. Di giorno e anche di notte. -
- Sarà, ma io...
Insomma, non sapeva abbaiare e non sapeva come fare per imparare. 




Un giorno un galletto gli disse: - Fa' come me! E lanciò due, tre sonori chicchirichììì!!!! 
- Mi sembra difficile - disse il cagnetto.
- Macché, è semplicissimo. Ascolta bene, fai attenzione al mio becco. Guardami, osservami e cerca di imitarmi.
II galletto si mise in posa e fece un altro chicchirichi. Il cane provò a fare lo stesso, ma gli uscì di bocca solo  «eghe eghe», che mise in fuga le galline spaventate.
- Fa niente, - disse il galletto, - per la prima volta è anche troppo. Riprova, dai. 


Il cagnetto riprovò una volta, due, tre. Si esercitava di nascosto, dalla mattina alla sera. 
Una volta, per fare gli esercizi senza esser sentito dagli altri, andò nel bosco e fece finalmente un chicchirichi così vero, così bello e forte che lo sentì una volpe e pensò tra sé: «Finalmente il gallo è venuto a trovarmi. Correrò a ringraziarlo per la visita...». Ma non dimenticò di portarsi forchetta, coltello e tovagliolo perché per una volpe non c'è colazione più appetitosa di un bel galletto. Ma, al posto del gallo, vide il cane che, accucciato sulla propria coda, lanciava uno dopo l'altro “chicchirichi” tutto soddisfatto.
- Ah, - disse la volpe, - così stanno le cose, mi avevi teso un tranello. 
- Un traneIlo?
- Ma certo. Mi hai fatto credere che ci fosse un gallo sperduto nel bosco e ti sei nascosto per acchiapparmi. Meno male che ti ho visto in tempo.
- Ti assicuro che io non volevo fare tutto questo... Ero venuto qui solo per fare esercizi.
- Esercizi? E di che genere?
– Io mi esercito da tanto tempo per imparare ad abbaiare. Ho quasi imparato, senti come lo faccio bene… chicchirichi.
La volpe voleva scoppiare dalle risate. Si rotolava per terra, si teneva la pancia, si mordeva i baffi e la coda. Il nostro cagnetto ne fu tanto mortificato che se ne andò via in silenzio, a muso basso, con le lacrime agli occhi.  

Lì vicino volava un cúculo.  
- Che cosa ti hanno fatto?
- Niente.
- Allora perché sei tanto triste?
- Eh, è perché non riesco ad abbaiare. Nessuno mi vuole insegnare.
- Se è solo per questo, ti insegno io. Ascolta bene come faccio e cerca di fare come me: cucù... cucù... cucù... Hai capito?
- Mi sembra facile.
- Facilissimo. Io lo sapevo fare anche da piccolo. Prova: cucù... cucù... cucù
- Cu... - fece il cane - Cu...
Provò quel giorno, provò il giorno dopo. Dopo una settimana, ci riusciva già abbastanza bene. «Finalmente, finalmente comincio ad abbaiare sul serio. Adesso non potranno più prendermi in giro».



Proprio in quei giorni passò nel bosco un cacciatore. Sentì uscire da un cespuglio cucù... cucù... 
-Un uccello! 
Puntò il fucile e - bang! bang! - lasciò partire due colpi. I pallini, per fortuna, non colpirono il nostro cagnetto, che se la dette a gambe levate. Ma era molto meravigliato: «Quel cacciatore dev'essere impazzito, se spara anche ai cani che abbaiano...». Il cane si mise a correre, a correre a più non posso. A un tratto si fermò. Che strana voce aveva sentito … Bau, bau, bau. «Questo verso mi dice qualcosa, - pensò il cane, - eppure non riesco a capire che razza di animale sia quello che lo fa». - Bau, bau. «Sarà la giraffa? No, forse il coccodrillo ». Strisciando tra i cespugli il cagnetto si avviò nella direzione da cui giungeva quel bau, bau che, chissà perché, gli faceva battere tanto forte il cuore sotto il pelo. 
- Bau, bau.
- Toh, un altro cane. 
- Ciao, cane. 
- Ciao, cane.
- Mi sai dire che verso stai facendo?
- Verso? Per tua norma e regola io non faccio versi, io abbaio.
- Abbai?? Tu sai abbaiare??
- Naturale. Non pretenderai che barrisca come un elefante o che ruggisca come un leone.
- Allora mi insegni?
– Perché? Non sai abbaiare?
- No.
- Ascolta e guarda bene. Si fa così, guarda: bau, bau... bau, bau.
- Bau, bau, - disse subito il nostro cagnetto.
E tra sé pensava, commosso e felice: «Finalmente ho trovato il maestro giusto».
E visse così felice e contento.


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