mercoledì 22 aprile 2020

La volpe e la cicogna


Le favole di Esopo, scritte, tradotte, riadattate, attualizzate, continuano ad avere il medesimo fascino e la stessa freschezza di quando nacquero, più di 2500 anni fa. Oggi vediamo un po' cosa succede a una volpe non proprio... gentile!




C’era una volta… una volpe che, fatta amicizia con una cicogna, pensò bene di invitarla a pranzo. Ma quando si trovò a decidere cosa servire all’ospite, ebbe l’idea di giocare uno scherzo alla cicogna. Preparò un raffinato brodino che versò in due piatti bassi e accolse cosi l’ospite: “Si accomodi signora! In suo onore ho preparato qualcosa che non potrà non gradire! Brodo di rane e prezzemolo tritato, sentirà com’è buono!”
“Grazie! Grazie!” rispose contenta la cicogna, annusando il profumo invitante, ma di colpo capì lo scherzo. Il suo lungo becco, per quanti sforzi facesse, non riusciva a bere al basso piatto fondo, mentre la volpe con un risolino continuava a invitarla: “Beva! Beva! Le piace?”
Alla povera cicogna non restò che fare buon viso a cattivo gioco e con finta indifferenza rispose: “Mi è venuto un terribile mal di testa che mi ha fatto passare completamente l’appetito!”. La volpe premurosa si affrettò a risponderle: “Come mi dispiace! Un così buon brodo! Peccato proprio, sarà per un’altra volta!”. La cicogna, pronta, raccolse l’idea: “Ecco, brava! La prossima volta faremo un altro pranzo, però sarò io a invitarla!”.
Il giorno seguente la volpe trovò sulla porta di casa un biglietto cortese con il quale la cicogna la invitava a pranzo. “Che gentile”, pensò la volpe. “Non si è neanche offesa per lo scherzo che le ho fatto! E’ proprio una gran signora!”.
La casa della cicogna non era così ben arredata come quella della volpe e la padrona di casa si scusò: “La mia casa è molto più semplice della sua, però in compenso le ho preparato un pranzo speciale: granchiolini di fiume al vino bianco e bacche di ginepro!”. La volpe, pregustando queste prelibatezze, passò la lunga lingua da un lato all’altro della bocca e accostò il muso al vaso che la cicogna le porgeva. Ma per quanto facesse non riusciva ad assaggiare il cibo che stava in fondo, perché il suo muso non entrava nell’apertura troppo stretta del vaso.
La cicogna invece, col lungo becco, mangiava allegramente. “Assaggi, assaggi. Le piace?” chiedeva la cicogna, continuando a masticare. La povera volpe, beffata e confusa, non ebbe neanche la prontezza di spirito di inventare una scusa che giustificasse il suo forzato digiuno.
Quella sera, rigirandosi insonne e affamata nel letto, ripensando al pranzo non consumato, si disse rassegnata: “Dovevo aspettarmelo!”

La volpe e la cicogna – Esopo
(da “Le più belle fiabe del mondo”, ill. Tony Wolf e Pietro Cattaneo. Dami Mondadori, 2005)

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