martedì 7 aprile 2020

La vecchina nella capanna


                                                                      
 In questo racconto della tradizione yiddish, una vecchina non sopporta più di vivere in una capanna troppo piccola per lei. Quando confessa il suo problema a un vicino, lui le dà un consiglio molto curioso…




Una vecchina viveva sola in una capanna. Si era sempre accontentata di ciò che l’esistenza le aveva offerto e non si era mai lamentata del suo destino o di qualunque altra cosa. Tuttavia, al tramonto della sua vita, cominciò a pensare che la sua casa fosse decisamente troppo piccola. Infatti, se apriva le braccia, toccava le due pareti opposte e, con un passo, giungeva dal letto alla porta. Quella situazione le divenne presto insopportabile. Decise allora un mattino di far visita al suo vicino, un vecchio uomo che spesso dava buoni consigli. Andò quindi a bussare alla sua porta.
-        Amico mio, ho una domanda difficile da porti. La mia capanna è troppo piccola e non ho abbastanza soldi per acquistarne una più spaziosa. Che cosa posso fare?
L’uomo le diede allora una risposta curiosa.
-        Questo è un problema facile da risolvere… Fai entrare la gallina e torna a trovarmi domani.
La vecchina rientrando a casa era perplessa. Doveva fare entrare in quella capanna, già troppo piccola per lai, anche la sua gallina? Non ne capiva il motivo, ma decise tuttavia di provare…
Andò quindi a cercare la gallina nel pollaio e la portò all’interno.
Com’era prevedibile, la gallina fece i suoi comodi. Depose un uovo nel bel mezzo del tappeto e volando per andare ad appollaiarsi sullo scaffale fece cadere l’orologio a pendolo. La vecchina estrasse un fazzoletto dalla tasca e scoppiò a piangere. Ora la sua capanna era ancora più stretta di prima! Doveva tornare a trovare il suo vicino. Questi avrebbe sicuramente riconosciuto il suo errore e l’avrebbe aiutata. Si recò da lui l’indomani mattina.
-        Amico mio, ora la mia casa è ancora più stretta di prima. Un cetriolo in un vaso sta più comodo di me! Dimmi che cosa devo fare…
Il vecchio rispose deciso come il giorno prima: – Vai a prendere la tua capra e porta dentro anche lei.
La vecchina non osò protestare e si avviò verso casa. Una volta che ebbe messo la capra nella capanna le cose peggiorarono. Questa si sedette sull’uovo della gallina, si mise a brucare i fiori nel vaso, e finì con il grattarsi contro il tavolo che rovesciò. Sconvolta da tanto trambusto, la vecchina no aspettò il giorno dopo per correre dal suo vicino.
-        Amico mio, la mia casa è peggio di un serraglio! Dimmi che cosa devo fare…
Stranamente, il vecchio parve molto soddisfatto di ascoltare quella notizia. – Ora devi portare a casa il maiale. Ti prometto che le cose si sistemeranno in fretta.
Al punto in cui era giunta, la vecchina non aveva nemmeno più il coraggio di protestare. Fece dunque entrare il suo maiale in casa. Questo, che era un burlone, si mise a giocare a nascondino con la gallina e la capra, si avventò sulla dispensa e la fece cadere. La vecchina, che nel frattempo di era rifugiata sotto il letto, riuscì a saltar fuori dalla finestra e corse dal suo vicino.
-        Così non può più andare avanti! La mia casa era piccola per me, stretta per due, striminzita per tre, ma per quattro è ancora meno che minuscola! Ti supplico, fai qualcosa.
Il vecchio si fregò le mani soddisfatto. – Va tutto nel migliore dei modi! Ora non ti resta che ospitare anche la mucca.

Sconvolta, la vecchina tornò a casa e nonostante tutto seguì il consiglio del suo vicino. Ebbe serie difficoltà a fare entrare la mucca dalla porta, ma con gran fatica vi riuscì. Dopo aver danzato sul tappeto, la mucca decise di fare un riposino sul letto. Ormai la vecchina riusciva a malapena a muovere le dita dei piedi. Corse in lacrime dal suo vicino.
-        Non ne posso più. Stiamo così stretti nella casa che, se entrasse una mosca, si solleverebbe il tetto! Fai qualcosa!
-        La soluzione dei tuoi problemi, amica mia, è molto semplice: ora farai uscire gli animali dalla casa a uno a uno. Domani ti aspetto all’ora del tè e mi racconterai quel che è successo.
La vecchina, che decisamente non capiva più niente, tornò a casa, Riuscì a infilarsi all’interno e a giungere fin davanti al camino dove dormiva la gallina e la fece uscire dalla finestra. Con un po’ di sale attirò la capra all’esterno. Un piatto di pappa d’avena convinse il maiale ad andare nella stessa direzione. Con la mucca fu più difficile, perché lei trovava il letto molto più comodo della paglia della stalla. Ma, a forza di parole e colpi di scopa, la vecchina riuscì a farla uscire. Chiuse infine la porta e si trovò da sola all’interno. Successe allora qualcosa di straordinario. Per la prima volta, la sua capanna le parve spaziosa! Immensa! Gigantesca!
Il giorno dopo, all’ora convenuta, suonò alla porta del vicino. Dal grande sorriso dell’amica, l’uomo capì che era andato tutto secondo i suoi piani e che ora la vecchina si trovava molto bene nella sua casa.

La vecchina nella capanna
(da “Mille anni di storie per ridere”. Edizioni EL, 2010)
 





2 commenti:

facci sapere cosa ne pensi!